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Caracciolo di Forino e Belcastro (CZ)
A volte, navigando in
internet, ci si imbatte in notizie curiose che è bene a volte
approfondire. E così capita che, in siti che descrivono le province
calabre, nelle schede di alcuni paesi ci si imbatta in notizie
relative ai Caracciolo di Forino. I paesi in questione sono Andali e
Belcastro, in provincia di Catanzaro. Una attenta lettura ha
consentito di appurare che Andali era compreso nel Contado di
Belcastro (un pò la storia di Contrada e Forino, se volete), quindi
l'attenzione è stata rivolta maggiormente a Belcastro. Dal sito
www.belcastroweb.com, realizzato dal signor Carmine
Stanizzi apprendiamo che "... Belcastro è un bellissimo centro di
origine greca della provincia di Catanzaro. Conta 1509 ab., ed è a
535 metri s.l.m.. Con un ampio territorio comunale, esteso, per
52,78 Kmq. Situato alle falde sud-orientali della Sila Piccola verso
la costiera ionica, permette di raggiungere il mare o la montagna in
pochi minuti. L’abitato, tipico di un feudo medioevale, sorge su uno
sperone boscoso ai piedi del Castello dei Conti d’Aquino, si
alternano dei bellissimi vicoli, dove é impossibile circolare con le
auto, a zone di nuova costruzione. Particolarmente numerose le
chiese di varie epoche. Sul fianco sinistro del paese c’é la valle
del Nasari affluente del fiume Crocchio. Il paese é circondato da
uliveti, da cui si ottiene un olio sopraffino. Più a valle ci sono
colture cerealicole. Il territorio comprende anche un lembo di terra
che si affaccia sul mare denominato Fieri o "Condoleo". Raggiungere
Belcastro è facilissimo: dalla SS 106, si percorre la strada
provinciale per la Sila Piccola."
Ma "l'anello di congiunzione" mancante tra la nostra realtà e quella
del comune silano era celato dietro lo "stemma dei Caracciolo" posto
alla sommità del portale tufaceo cinquecentesco di un palazzo
denominato "Casa Forino", in alcuni siti web, ma che il sig.
Stanizzi ha invece comunicato essere "Fiorino", motivando la
trasformazione come dovuta al corso del tempo. Intanto, come potete
vedere qui sotto, a sinistra c'è il simbolo araldico del palazzo di
Belcastro mentre a destra c'è quello che sormontava l'ingresso
principale del Palazzo dei Principi di Forino. |
Evidenti sono le
somiglianze tra i due stemmi, come possiamo tutti constatare.
Abbiamo chiesto un parere sui due stemmi a un nostro concittadino,
il dottor Lucio d'Amore, il quale ci ha scritto:" ... ricordo di
aver visto diversi anni fa a Napoli, nel Palazzo Caracciolo (in Via
Pontenuovo, una traversa di Via Foria, poco lontano da Piazza Carlo
III) un grande stemma della famiglia affrescato sotto il soffitto
dell'atrio d'ingresso. Comunque, venendo ai due stemmi che mi hai
inviato, ci sono delle evidenti similitudini (il leone rampante che
guarda a sinistra; le tre bande che hanno lo stesso orientamento).
Ma nello stemma di Belcastro il leone impugna una palma (simbolo di
vittoria) e guarda a sinistra verso un sole radioso. Inoltre, sopra
le bande sembrano tre uccelli rivolti egualmente a sinistra (forse
anatre, per come sono allineati, oppure dei falconi, con riferimento
alla caccia). E' probabile che nello stemma siano stati uniti e
integrati simboli di famiglie diverse (quelle che hai riscontrato
nella tua ricerca) a simboleggiare i legami di parentela o di
alleanza. Mi sembra, poi che il cartiglio con la scritta IHS (Iesus
Hominum Salvator - Gesù Salvatore degli Uomini, oppure Iesus Hostia
Sacrata - Gesù Ostia Consacrata) sormontata da una croce,
costituisca un pezzo distinto dallo stemma vero e proprio. Essendo
mutila la parte sinistra, non è possibile decifrare completamente la
scritta "...C MAIORA". E' suggestivo pensare anche alla frase I(N)
H(OC) S(IGNO) (FA)C MAIORA, che potrebbe significare: "Con questo
segno (la croce) fai cose più grandi", come probabile motto della
famiglia...". Ma c'è anche la storia a fornirci quei legami che
gli oggetti possono anche confonderci o trarci in inganno. Nelle
pagine di storia del sito di Belcastro, curate dal signor Raffaele
Piccolo, leggiamo che i Sersale ebbero il titolo di Duca di
Belcastro sino al 1673, anno in cui il duca Francesco morì senza
eredi. I beni della famiglia andarono al nipote Giovan Battista
Caracciolo di Forino, figlio di Vittoria Sersale, sorella del
vecchio duca. I Caracciolo di Forino governarono Belcastro fino al
1714 con Fabio I, Lella, Carlo e Fabio II. Quest'ultimo, il 9 agosto
del 1714, vendette Belcastro con il titolo di barone al patrizio di
Taverna Francesco Poerio, mentre il titolo di duca restava alla
famiglia Caracciolo. Grazie alle pagine del nostro insigne storico
locale Gennaro Vespucci (vol. I dell'opera "Forino
attraverso i secoli", pagg.245-273), siamo riusciti a
ricongiungere i destini delle famiglie che governarono Forino e
Belcastro tra il 1673 e il 1714. Francesco Caracciolo, quarto
principe di Forino, tra i suoi molti figli ebbe Ottavio II, che
sarebbe poi diventato quinto principe di Forino, e Tommaso, il quale
sposò la succitata Vittoria Sersale. Da premettere che i due
fratelli Ottavio II e Tommaso erano di vedute completamente
differenti, in quanto Tommaso era un nemico acerrimo degli
spagnoli, al contrario del ramo forinese della famiglia. Mentre
Tommaso e Vittoria ebbero come figli Giovan Battista (primo duca di
Belcastro della famiglia Caracciolo) e Fabio (secondo duca di
Belcastro), Ottavio II generò Ottavio III che nel 1689 diventò il
sesto principe di Forino. Quindi Ottavio III e Fabio I erano cugini.
E i loro figli, rispettivamente Maria e Carlo, nel 1709 si unirono
in matrimonio. Ottavio III donò, in occasione delle loro nozze, a
Maria e Carlo il feudo di Forino, impegnandoli a versare alla
sorella di Maria, Giovanna, a titolo di risarcimento 25.000 ducati,
una somma cospicua all'epoca. Maria Caracciolo, sposa quindi di
Carlo Duca di Belcastro, divenne il settimo Principe di Forino. Come
si può notare ci si sposava spesso, o meglio, sempre, tra cugini, al
fine di non disperdere il patrimonio acquisito. E questo era reso
possibile dalla convivenza che avveniva tra le famiglie,
generalmente presso la corte partenopea. Infatti (perlomeno i
Caracciolo di Forino a quanto ci è dato di sapere) i feudatari
vivevano nei luoghi da loro posseduti principalmente d'estate, e
"svernavano" nei loro palazzi napoletani. Oltretutto, comunque, è
evidente che c'era anche un certo "via vai" di persone tra Forino e
Belcastro, e chissà se altri amori meno "nobili" ma anche meno
"interessati" sbocciarono in quel periodo tra gli abitanti dei due
feudi. Maria e Carlo, tra i tanti figli, ebbero anche Fabio II, che
divenne Duca di Belcastro, e Gennaro, che divenne l'ottavo Principe
di Forino. Non ci è dato di sapere se Fabio II ebbe il titolo per
volontà paterna o divina, fatto stà che nel 1714 vendette il
feudo, ma non il titolo. E qui si concluse la "storia parallela" di
Forino e Belcastro. Nelle pagine di storia forinesi si legge, di
tanto in tanto, di queste "unioni" estemporanee con realtà sociali
"lontane" dalla nostra. Questa è una di quelle.
Paolo D'Amato
www.salutidaforino.it
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