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FAMIGLIA PETIRRO o PITIRRO 
 Di 
questa antica famiglia belcastrese si hanno poche notizie. 
Il 17 settembre 
1683 Michele Petirro otteneva il cantorato della chiesa di Belcastro e, nel 
luglio 1686, “licenziato in Sacra Teologia”, otteneva, un canonicato nella 
cattedrale. Divenuto vicario capitolare, il 25 luglio 1688, dovette rivolgersi 
al cardinale Cybo, Segretario di Stato della curia romana, perché avendo 
scomunicato il barricello e il governatore di Belcastro che avevano fatto 
arrestare ingiustamente un chierico, questi lo perseguitavano ed inoltre il duca 
Fabio Caracciolo brigava a Napoli per farlo rimuovere dall’incarico. 
Michele 
Petirro, probabilmente su suggerimento del cardinale Cybo, lasciò la sua carica 
e si trasferì alla curia romana, dove si distinse per la sua diligenza. Il 6 
giugno 1689 veniva creato vescovo di Termoli, dove si si mise in luce per il suo 
attaccamento alla diocesi. Riparò le chiese della cittadina abruzzese fra le 
quali quella di s. Antonio e quella del santuario dedicato a Maria SS. della 
Vittoria in Valentino, comunemente detta ‘a Madonn’a 
ll’unghe. 
Fu anche ben voluto dai suoi fedeli che lo seguirono ciecamente anche di fronte 
al pericolo della guerra. Infatti, il 19 luglio 1703, assalita dalle truppe 
austriache dell’arciduca Carlo, Termoli si difese valorosamente per gli 
incitamenti e incoraggiamenti di monsignor Petirro, respingendo i soldati 
invasori che, in gran numero, tentavano di occuparla. Il 14 dicembre 1705 fu 
trasferito al vescovado di Puzzuoli dove terminò il suo apostolato il 25 aprile 
1709 
La città di 
Termoli, grata dell’operato svolto dal vescovo Petirro, gli ha dedicato una 
delle principali strade della città; mentre in una sala della curia vescovile di 
Pozzuoli campeggia un suo grande ritratto su tela. 
Nell’agosto 1743 
Giuseppe Pitirro, “prete nobile” sessantenne, U.J.D., già vicario, fu nominato 
decano della stessa cattedrale. 
Nel più volte 
menzionato catasto del 1743 si trova la partita della magnifica Livia Petirro 
“in capillis” (nubile), sessantacinquenne. Viveva “in casa propria” con la 
sorella Olimpia, sessantenne, e il nipote “clerico” Antonio Pallone, 
ventisettenne.  |